Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire ma non trovò nessuno.
Johann Wolfang Goethe
La paura è la nostra emozione più arcaica, più primitiva, ma soprattutto la più importante, perché non esiste nulla di più naturale della paura.
Eppure sono secoli che l’uomo cerca di evitarla, di ingabbiarla, quando invece dobbiamo imparare a farcela amica, poiché nessuno la può evitare.
Voglio prendere spunto di quanto dicono un gruppo di psicologi di una nuova branca della moderna psicologia “Scienze delle Performance”.
Per farti conoscere cosa c’è di nuovo a riguardo.
Seguimi.
E’ normale avere paura
La prima cosa importante da capire è che avere paura, è perfettamente normale.
Siamo stati abituati nella nostra cultura a pensare che non si deve avere paura, e chi ha paura è una persona debole.
Ma avere paura non solo è perfettamente normale, è qualcosa che ci salva la vita.
Infatti ogni volta che la nostra mente ritiene di trovarsi di fronte a una situazione minacciosa o di potenziale pericolo, ecco che attiva il meccanismo della paura.
Ma lo fa per difenderci.
Perché ci mette in quello “stato di allerta” che ci permette in tempi rapidi di “combattere o fuggire”. E questo può salvarci la vita.
Piuttosto è l’assenza della paura che è pericolosa, sia per sé che per gli altri. Perché porta a sottovalutare i rischi di una situazione, ed a farci commettere degli errori.
Il coraggio non esiste.
Pochi sanno che il coraggio non esiste, perché il coraggio è solo una paura vinta.
Facci caso in natura esistono animali che hanno paura, ed è grazie a questa paura che per ottenere degli scopi, superano paure più grandi.
Il leone non è l’animale “più coraggioso”, è un animale che ha paura.
Se deve cercare la sua gazzella, lo fa perché ha paura di morire di fame. E se deve combattere contro l’altro leone maschio, combatte per paura che questi gli rubi la famiglia e il suo clan.
La maggioranza degli animali sopravvive nella savana vincendo le proprie paure con una paura più grande.
E l’uomo non è diverso dagli altri animali.
In una antica stele che risale all’epoca dei Suméri della Mesopotamia (intorno a 4000 A.C.), è stata decifrata questa epigrafe: “la paura guardata in faccia si trasforma in coraggio, la paura evitata è timor panico”.
Che il coraggio è guardare in faccia la paura, questo antico popolo lo aveva capito migliaia di anni fa.
Pertanto se vogliamo farci amica la paura, il primo suggerimento utile è “abituarci a guardarla in faccia e saper convivere con lei”, perché se evitiamo di guardarla la faremo diventare ancora più forte, fino a generarci il panico.
Ti sei mai chiesto che cosa è la paura?
La paura è una emozione, per essere più precisi è una delle 4 emozioni primarie insieme alla rabbia, al piacere ed al dolore.
William James, psicologo statunitense dei primi del 900, definisce le emozioni come le nostre risposte adattive ai cambiamenti percepiti dalla nostra mente.
In pratica quando la nostra mente percepisce un cambiamento, sia che arrivi dal mondo dentro cui viviamo, sia che arrivi dall’interno del nostro io per una nostra sensazione, si attiva una reazione.
Queste reazioni sono le emozioni (paura, rabbia, piacere, dolore), grazie alle quali siamo in grado di gestire il cambiamento di una realtà che si sta modificando.
Nel caso specifico della paura, questa è la risposta di adattamento che aiuta a gestire i cambiamenti che la mente ritiene per noi una minaccia, o una condizione di “potenziale pericolo”.
La risposta che ne deriva è metterci in uno “stato di allerta”, che ci permette di reagire di fronte allo stimolo minaccioso anche in pochi millesimi di secondi, se necessario.
E’ ciò che ci succede quando per un fruscio o un rumore appena percepito, siamo in quello stato di allerta pronti a “combattere o fuggire”. Come accadeva ai nostri antenati del paleolitico quando da un fruscio o da un rumore percepito per una belva che si avvicinava, poteva dipendere la loro sopravvivenza.
Ma oggi è lo stesso tipo di risposta, sempre rapidissima, che ci salva la vita quando inciampando per le scale riprendiamo subito l’equilibrio.
Oppure quando guidando un’automobile, piantiamo il piede sul freno per arrestare il veicolo di fronte a un bambino che ci sbuca all’improvviso.
Lo stato di allerta scatenato dalla “paura” di cadere dalle scale, o di investire un bambino ci permette di reagire con una risposta adeguata che in pochi millesimi di secondi salva la vita a noi ed al bambino.
Ansia e stati d’animo: due cose differenti
Molti confondono sentimenti, stati d’animo, addirittura reazioni fisiologiche con le emozioni.
C’è un po’ di confusione a riguardo, cercherò di fare un po’ di chiarezza.
L’ansia non è un’emozione, è il meccanismo fisiologico che si attiva con la paura.
E’ il cuore che batte forte, il respiro superficiale che diventa affanno, è la testa che ci gira per le scariche di adrenalina. Queste sono le reazioni fisiologiche che accompagnano l’emozione “paura”.
L’ansia è l’allarme che scatta.
Pertanto ansia e paura sono due facce della stessa medaglia, dove l’ansia è la risposta fisiologica della paura, mentre la paura è l’emozione che si innesca rapidamente in pochi millesimi di secondi.
Di fronte una minaccia o un pericolo percepito, è conveniente per noi che la mente inneschi subito la paura.
Così si può rispondere il più rapidamente possibile e salvarci la vita.
Quando invece dall’ambiente esterno o interno al nostro io gli stimoli sono persistenti e continui, ecco allora che le emozioni si trasformano in qualcosa di diverso, in “sentimento” o “stati d’animo”.
L’ansia è una risposta sana
Quando proviamo uno stato d’animo persistente di ansia/paura, è importante che l’ansia non prevarichi fino al punto di bloccarci nelle nostre realizzazioni personali, o professionali. E’ in questi casi che la paura può diventare un problema.
Come puoi capire l’ansia, l’allarme che scatta, è una risposta sana che serve a mobilitare le nostre risorse interne. Di fronte uno stimolo ritenuto “minaccioso”, ci aiuta a mettere in discussione ciò che facciamo ed il modo in cui lo facciamo. Finché non troviamo la risposta adeguata che ci mette in azione.
Quando invece ansia e paura vanno oltre una certa soglia, si trasformano in un limite. Ci rendono la vita più difficile, condizionando le nostre scelte fino al punto di non agire e bloccarci.
E se vanno ancora oltre, possono diventare un disturbo importante come “gli attacchi di panico”.
Un ulteriore motivo per cui se vogliamo imparare a gestire le nostre paure, dobbiamo allenarci a guardarle in faccia per trasformarle in coraggio.
(continua).