“Da oggi ho iniziato a prendere la pasticca per la pressione, il mio dottore mi ha detto che dovrò prenderla per tutta la vita”.
“Devo tenere a bada il mio colesterolo, per questo non posso fare a meno delle statine”.
“Anche questa volta la mia glicemia è fuori norma, il mio dottore mi ha detto che non posso più aspettare: è arrivato il momento di usare un antidiabetico”.
“Oramai mi sono rassegnato all’idea che la mia vita dipende dal farmaco”.
Quante volte ho sentito dire queste parole da pazienti, amici o conoscenti. Sia chiaro che non sono un detrattore dei farmaci, né penso che non si debbano usare. Certamente sono necessari e grazie alla ricerca farmaceutica oggi salviamo molte vite umane.
Il fatto è che bisognerebbe pensare al farmaco in un modo diverso da come oggi viene spesso usato, ma forse sarebbe meglio dire “abusato”, da parte di una certa classe medica e dalle industrie farmaceutiche.
Quando un farmaco è per sempre
Le malattie croniche come Ipertensione, Diabete, Malattie cardiovascolari, ma anche Tumori e Alzheimer, che rappresentano la maggior causa di morte nel mondo occidentale spesso dopo anni di sofferenza, più che curate dal farmaco sono soltanto tamponate, poiché l’effetto del farmaco in questi è di non far peggiorare la malattia piuttosto che guarire. Per questo quando inizi a prendere un farmaco per queste patologie dovrai prenderlo per tutta la vita.
Uno dei grandi limiti di questa medicina è incentivare il consumo del farmaco per controllare il sintomo della malattia, facendo poco o niente per far comprendere alla persona la causa che ha generato il problema e come sia possibile tornare indietro cambiando il proprio stile di vita. Puntare al farmaco per la soppressione del sintomo senza far prendere coscienza delle cause che lo hanno generato, non spinge l’individuo ad affrontare il problema alla radice, ma lo costringe a dipendere dal farmaco per il resto dei suoi giorni.
E’ come se, trovandoti sul Titanic che punta inesorabilmente verso l’iceberg chiamato Obesità-Sindrome Metabolica-Diabete, il comandante della nave ti proponesse di accomodarti sulle poltrone di prima classe pensando di poter controllare l’impatto (con il farmaco in questo caso), piuttosto che provvedere a deviare la rotta.
Controllare l’insulina con un corretto stile di vita
Per farti capire meglio quanto può essere diverso un approccio che parte dallo stile di vita anziché dal farmaco vediamo come funziona con il controllo dell’insulina.
L’insulina è veramente una molecola “strategica” per la nostra salute e saperla controllare con la nostra alimentazione può fare la differenza per la salute e il benessere. Questo perché l’insulina è attivatore di molti enzimi chiave del nostro organismo, tra questi anche di un enzima (idrossimetilglutaril-CoA reduttasi per la precisione) che è il principale responsabile della produzione di colesterolo nel fegato.
Il modo più rapido per ingrassare, ammalarci di Diabete e invecchiare prima è abusare con la nostra alimentazione di cibi che sono forti stimolatori di insulina. Non a caso, un possibile indizio di una sovrapproduzione di insulina nel nostro organismo è proprio l’aumento del grasso viscerale, e l’obesità. Le industrie farmaceutiche incassano oltre 10 miliardi di dollari l’anno dalla vendita di un farmaco chiamato statina che serve ad inibire e bloccare proprio quello stesso enzima responsabile della produzione di colesterolo attivato dall’insulina. Eppure basterebbe ridurre la produzione di insulina migliorando la qualità del cibo che mangiamo per limitare automaticamente la produzione di quel colesterolo cattivo (LDL) nel fegato così dannoso alla salute.
In molti casi dunque una maggior consapevolezza e le giuste strategie sul modo di nutrirsi correttamente nel nostro stile di vita, può contribuire a produrre meno insulina ed abbassare anche la produzione di colesterolo senza dover ricorrere alle statine. Se non riesci o non sei disposto a modificare il tuo stile di vita, allora non ti resta che passare alle statine, accettando anche gli effetti collaterali (non pochi per la verità) che questi farmaci possono provocare.
Nella mia esperienza personale aiutato molte persone con problemi di ipertensione, o diabete tipo II, o ipercolesterolemia, che dopo aver compreso come migliorare la qualità del loro stile di vita dal punto di vista nutrizionale, hanno avuto la gradita sorpresa di dover ridurre il dosaggio del farmaco prescritto. Alcuni l’hanno anche sospeso, per il semplice motivo che i valori del sangue, un tempo fuori norma, si sono normalizzati e quindi non hanno più avuto bisogno della pasticca.
La verità che pochi sanno riguardo alle malattie cronico degenerative
In conclusione ciò che non viene detto abbastanza è che le malattie cronico-degenerative del mondo occidentale, hanno un origine multifattoriale e sono tutte in qualche modo connesse con la qualità del nostro stile di vita, in particolare l’alimentazione. Per questo non possono essere curate solo con l’approccio farmacologico, e una sanità che agisce solo con la cultura del farmaco per la soppressione del sintomo in questi casi non è vincente.
È il modo in cui noi decidiamo di cambiare il nostro stile di vita ed acquisire certe strategie nutrizionali che invece può fare la differenza, non solo per chi ne è già affetto e sta facendo una terapia, ma anche per tutti coloro che sono in salute ed intendono mantenerla con un’azione preventiva volta a migliorare la qualità della loro vita.
Se vuoi migliorare il tuo stile di vita per stare meglio, inizia dall’alimentazione, scopri la food strategy.