Tutta colpa dello stress
Lo stress è il male del secolo. Lo dice l’Oms (l’organizzazione mondiale della sanità).
In Italia ne soffrono ben nove persone su dieci.
Anche i nostri antenati non ne erano immuni, e noi conserviamo la stessa modalità di risposta allo stress degli uomini del Paleolitico. Il guaio è che viviamo in un’epoca diversa, con sollecitazioni che richiedono una diversa strategia da parte nostra per non soccombere.
La risposta allo stress dei nostri antenati era combatti o fuggi (Fight or Flight). Cosa vuol dire? Che di fronte a una situazione di potenziale pericolo, e dunque di stress, la scelta per la loro sopravvivenza doveva essere immediata. Se per caso avvertivi un rumore mentre eri intento a mangiare, dovevi essere pronto a reagire in due modi: combattere o fuggire. Potevi essere predatore e decidere di combattere, oppure diventare tu preda di un altro animale, quindi meglio fuggire.
Quando ci prepariamo a “combattere o fuggire” si evocano nel nostro organismo una serie di reazioni mediate dalla produzione di adrenalina: aumenta il battito cardiaco, sale la pressione, cambia la nostra respirazione, ma soprattutto si attiva la produzione di cortisolo dalla ghiandola surrenale che serve a produrre più glucosio per le cellule, che in questi frangenti hanno bisogno di più energia per sostenere questa situazione di potenziale pericolo.
Il cortisolo agisce intaccando le riserve di glicogeno del fegato. Ma se lo stress persiste per molto tempo le scorte di glicogeno possono non bastare, allora procura altro glucosio dalle proteine muscolari, danneggiandole. Si crea in pratica una sorta di cannibalismo. Ecco perché la risposta del cortisolo deve essere rapida, ma altrettanto rapidamente deve essere disattivata. Non è vantaggioso produrre cortisolo e per tanto tempo. Così era per i nostri antenati che, cessato il pericolo, passavano il resto della giornata in modo calmo e tranquillo, tenendo bassa la produzione di cortisolo per gran parte della giornata.
Cattive abitudini che ci portano a un carico eccessivo di stress
Il fatto è che alcune consuetudini tipiche del mondo di oggi, per esempio il mancato riposo (inteso come poche ore di sonno), un carico eccessivo di lavoro, o impegni in un contesto ambientale caratterizzato da rumori eccessivi come il traffico delle città, ci costringono a una risposta allo stress costantemente alta. La continua produzione di cortisolo che ne deriva danneggia la nostra salute fino a determinare patologie come ansia, depressione, squilibri ormonali, sindrome metabolica, malattie cardiovascolari, abbassamento delle difese immunitarie e tumori.
La beffa oltre al danno: Perché lo stress ci fa ingrassare?
Abbiamo già detto che livelli di cortisolo elevati per tanto tempo producono glucosio nel sangue (iperglicemia) a danno delle proteine della nostra massa muscolare. Questa iperglicemia, a sua volta, farà produrre insulina dal pancreas. Si genera col tempo “insulino-resistenza”, con le cellule del nostro corpo che diventano meno sensibili a incorporare altro glucosio. A questo punto, il glucosio in eccesso dal sangue viene depositato nelle cellule adipose della regione addominale con aumento del grasso viscerale, sovrappeso e produzione da parte del tessuto adiposo di molecole (citochine infiammatorie) che fanno aumentare il livello di infiammazione cellulare.
Due forme di stress dei nostri tempi e le malattie a essi collegate
Oggi viviamo in un epoca che ci espone a forme di stress continuo del tutto sconosciute al modello di risposta “combatti o fuggi” dei nostri progenitori, con il quale anche noi siamo stati programmati. La risposta “non adeguata” verso queste “nuove forme di stress” ci espone a una condizione di salute sub ottimale che nel tempo può sfociare in malattia. Due esempi di stress del tutto sconosciuti ai nostri progenitori del Paleolitico, ma molto ricorrenti nello stile di vita occidentale, sono lo stress da insoddisfazione e lo stress da ipervigilanza.
Lo stress da insoddisfazione
È lo stress di chi vive la propria vita con perenne insoddisfazione, di chi è abituato a vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto. Sono persone sempre insoddisfatte del loro presente e in ansia per il loro futuro. Hanno problemi di sovrappeso perché spesso abituati a mangiare in fretta e mai cibo fresco. Con il passare degli anni vanno incontro a problemi di ipertensione, diabete e ipercolesterolemia.
In questo caso la continua produzione di cortisolo si attiva a piccole dosi, accumulandosi negli anni in modo latente finché sarà il fattore determinante dell’aumento di glucosio nel sangue (iperglicemia), che a sua volta sarà causa di iperinsulinemia e insulino-resistenza, fino a determinare aumento del peso corporeo, sindrome metabolica e diabete. Insieme si possono associare anche altri squilibri ormonali, causa di menopausa precoce, oppure nella produzione dei neurotrasmettitori responsabili di ansia e depressione.
Lo stress da ipervigilanza
In questo caso la risposta allo stress è costantemente alta e intensa per tutta la giornata, senza momenti di pause che possono smorzare l’eccessivo carico di cortisolo. È il tipico stress di quelle persone iperattive, ambiziose, competitive che vivono l’intera giornata tra impegni di lavoro, eventi mondani e sedute in palestra senza un attimo di recupero per rigenerarsi. Sono persone che dormono poche ore a notte, mangiano dove capita senza dare importanza alla qualità del cibo e hanno un atteggiamento quasi maniacale con lo sport e il fitness, non potendone fare a meno per la dipendenza da endorfine che l’esercizio fisico può generare.
Sono convinti che di sport bisogna farne tanto se si vuole restare in forma, specie ora che alla soglia dei 40 anni notano un certo accumulo di grasso proprio attorno all’addome. E per questo sono convinti che sia necessario ridurre ancora le calorie, e che non guasta saltare i pasti affidandosi magari a prodotti dietetici, pasti sostitutivi o integratori a caso. Nel frattempo bisogna continuare ad allenarsi. Queste persone, che non hanno più spazio nella loro vita per fare nulla, sono le classiche candidate all’infarto.
Come gestire lo stress di oggi
Siamo dunque destinati a farci schiacciare dallo stress? No, si tratta solo di apprendere modalità di gestione dello stress più consone alla vita di oggi. Eccone due:
- Adotta nel tuo stile di vita tecniche di rilassamento e la meditazione
La società odierna ci impone ritmi e modelli che ci portano a vivere con alti livelli di stress. Ciò vale soprattutto per chi mira a raggiungere il successo. Una persona lungimirante non rinuncia al successo, ma sa gestire il suo stress trasformandolo in energia positiva per sé e per gli altri. Questo si può ottenere con la meditazione e le tecniche di rilassamento che, come è stato ampiamente dimostrato, aiutano a rafforzare il nostro sistema immunitario e a tenere basso il livello di cortisolo.
- Adotta il modello carico-scarico nel lavoro e quando fai attività fisica
Questo concetto sfugge alla maggior parte delle persone, abituate a spingere sempre al massimo senza dare attimo di recupero. Impara invece ad accelerare quando serve, ma impara anche a spegnere del tutto il motore. L’allenamento efficace è l’allenamento intenso associato al giusto recupero, dove è necessario riposare anziché continuare ad allenarsi abbassando l’intensità o recuperando male. Stessa cosa con il lavoro. La gestione del carico e scarico nella vita lavorativa può essere allenata partendo proprio da questo concetto fisico. Più qualità nel lavoro, quindi carico ma anche scarico, dove hai bisogno di riposare, dormire, rilassarti, goderti la tua famiglia e i tuoi hobby.
La capacità di gestire lo stress (o “stress strategy”) è una delle componenti della strategia del wellness molecolare. Se vuoi approfondire la sua conoscenza, puoi leggere questa pagina.