Le storie sono degli esempi formidabili per i colpi di scena, e ci aiutano a capire meglio i concetti.
Roma siamo nel 1500, in pieno rinascimento. Un’epoca vissuta dalla maggior parte dei suoi protagonisti con un nuovo modo di concepire il mondo e se stessi.
Forse fu per questo che quando Giulio II diventò papa, volle chiamare i migliori artisti dell’epoca per decorare le stanze di quel palazzo (gli attuali Musei Vaticani), dove poi sarebbe andato ad abitare.
A loro si aggiunse verso il 1508 un giovane artista, appena venticinquenne.
Si chiamava Raffaello Sanzio, famoso soprattutto per i ritratti che sapeva realizzare. I volti delle Madonne in particolare.
Il papa fu talmente colpito dalle prove di quel giovane pittore che alla fine, gli affido l’incarico di decorare tutte le stanze degli appartamenti papali.
La “stanza delle segnature” era la più importante, e fu la prima ad essere decorata da Raffaello.
Ed ecco a questo punto il colpo di genio.
Quando tutti si aspettavano da lui un argomento religioso, Raffaello sorprese tutti rappresentando un tema legato a quello che per lui doveva essere l’ideale della cultura rinascimentale e soprattutto il modo di essere un artista.
Questo affresco lo si può vedere ancora oggi ai Musei Vaticani, dove copre una intera parete. Si chiama “La Scuola di Atene”.
E’ come se Raffaello avesse voluto tramandare alle generazioni future, il segreto di come si può diventare un artista.
Sapete cosa avevano in comune gli artisti del rinascimento?
Una attitudine oggi caduta in disuso.
Questa attitudine si chiama “la condivisione dei saperi”.
In quell’epoca infatti non esisteva “etichettarsi”, come si usa fare oggi, all’interno di una categoria: scultore, pittore, architetto, ingegnere, etc.
Queste “etichette” agli artisti del rinascimento, gliele abbiamo messe noi.
Loro si sentivano semplicemente “artisti”.
Certo ognuno più portato verso una arte figurativa, ma non è che lavoravano secondo “etichette” o categorie, come si lavora oggi occupandoci solo di determinate cose.
Gli artisti del Rinascimento usavano condividere il loro sapere con il sapere di altre persone che loro ritenevano degli artisti, provenienti da discipline anche molto distanti.
E questo permetteva loro di uscire dai propri schemi di pensiero, espandere le loro conoscenze e creare dei capolavori.
Raffaello aveva immaginato tutto questo nella “Scuola di Atene”.
Un posto metaforico dove filosofi, scienziati, artisti di ogni genere e di ogni epoca si riunivano per scambiarsi pareri, opinioni, idee, allargando le loro conoscenze.
Al centro di una moltitudine di personaggi (in tutto sono 58 figure), ci sono due filosofi ai quali aveva dato le sembianze dei suoi mentori: Leonardo da Vinci nelle vesti di Platone, e Bastiano da San Gallo (suo maestro nello studio delle prospettive) nelle vesti di Aristotele.
Davanti a loro in basso in primo piano, si può notare una figura isolata dall’aspetto “ombroso” nei panni un altro filosofo, Eraclito.
Si dice che questa figura l’avesse aggiunta in un secondo momento, quando Raffaello di notte andò a sbirciare di nascosto gli affreschi della “cappella Sistina” che un suo amico, artista rivale, stava completando.
Ne fu talmente colpito da non potere fare a meno di inserire anche lui nel suo affresco: Michelangiolo Buonarroti.
Naturalmente in mezzo a tutti questi personaggi si mise anche lui, in un angolo dell’affresco all’estrema destra.
Ti ho raccontato questa storia perché in una società come la nostra, che ci impone di restare all’interno delle “nostre etichette”: medici, biologi, farmacisti, avvocati, commercialisti etc., il solo modo per creare nel nostro lavoro dei capolavori e distinguersi dalla massa, è fare come gli artisti del rinascimento.
Il messaggio di Raffaello con “la scuola di Atene” è chiaro:
Se vuoi diventare un artista del tuo lavoro esci dai pensieri abituali di chi la pensa come te, ed allenati ad espandere le tue conoscenze guardando mondi paralleli al tuo ma più lontani.
Per farlo dobbiamo maturare la stessa attitudine mentale degli artisti del rinascimento: condividere il nostro sapere con il sapere di chi in campi diversi dal nostro, riteniamo siano degli artisti.
Scoprire cosa hanno di nuovo e di interessante e poi, dopo averlo elaborato, portarlo nel nostro mondo in modo originale.
E’ il solo modo per fare nel nostro lavoro, capolavori.