Come lo stile di vita può cambiare la tua salute

Il paradosso della sanità attuale

Ho sempre pensato che un medico prima di intervenire con un farmaco, debba fornire alla gente soluzioni pratiche per non ammalarsi. Ti è mai capitato di sentire che c’è qualcosa che non va e di non essere più quello di prima? A me sì, è successo sei anni fa e so cosa si prova.

Per fartela breve mi trovano in una di quelle “zone grigie” della  vita quando, superati i quarant’anni fai sempre più fatica a rimanere in forma. Nel mio caso era il peso che cominciava a salire, come pure la mia pressione arteriosa nonostante seguissi le buone regole della sanità attuale.

Gestire lo stress

In questi casi la sanità per come è organizzata, non dedica molto tempo a spiegarti la radice del problema. Ti propone una scorciatoia: tamponare il  problema con i farmaci; statine e antipertensivi in questo caso, da prendere per tutta la vita onde evitare il peggio.

Ma un approccio alle cure dove non sei anche consapevole delle cause che hanno generato il problema, non solo non risolve il problema ma non ti fa stare neanche bene. Perché il farmaco nelle malattie croniche come cardiopatie, ipertensione, obesità, diabete, cancro, non risolve il problema.  Il farmaco tampona il problema perché non peggiori. Nel mio caso avrebbe voluto dire passare probabilmente i successivi quarant’anni della mia vita a dipendere da farmaci, medici, e ripetuti controlli clinici.

E’ il paradosso della sanità attuale quando arriva una malattia cronica: prolungare gli anni di vita ma in malattia anziché in salute. Finché non arriva la morte, spesso dopo anni di sofferenze. Una qualità di vita piuttosto mediocre. Non trovi?

Il problema non è la sanità attuale

Ho grande rispetto per la sanità, per i miei colleghi medici e per le aziende farmaceutiche. Perché penso che il problema non sia nella sanità attuale, ma  dentro di noi. Per essere più precisi nel modo in cui siamo stati abituati a prenderci cura del nostro benessere personale: Ce ne ricordiamo quando lo perdiamo.

Ora che anche io mi trovavo dalla parte del malato, mi domandavo se poteva esserci una soluzione migliore rispetto a quanto mi aspettava. Ripetevo tra me e me:

  • Esiste un modo per tornare indietro, riavvolgere il nastro ed uscire dalla zona grigia prima di prendere in considerazione l’uso dei farmaci?
  • E se sono in terapia, come posso intervenire per modulare meglio l’efficacia del farmaco riducendone il dosaggio e di conseguenza gli effetti collaterali?

Andare oltre i propri confini

Per trovare risposte alle mie domande capivo che avrei dovuto espandere le mie competenze verso mondi lontani. Per esempio esplorare l’Epigenetica e la Biologia Molecolare che oggi spiegano come cardiopatie, ipertensione, diabete, cancro, Alzheimer, non sono degli incomprensibili scherzi del del destino, ma nascono dalle continue interazioni tra la predisposizione genetica  e l’ambiente che una persona  si costruisce con lo stile di vita. Nella fattispecie: alimentazione, attività fisica, gestione dello stress, atteggiamento mentale.

Secondo questa visione le malattie croniche  prima di manifestare i sintomi, passano da  una zona grigia asintomatica  di “disequilibrio cellulare” che dura diversi anni. Sarebbe interessante allora saper cogliere i segnali di questo disequilibrio cellulare che la medicina attuale, con le comuni indagini diagnostiche, non è in grado di diagnosticare. Perché dalle “zone grigie” della nostra  vita si può tornare indietro.  Il segreto è saper guardare al nostro DNA, e applicare corrette strategie nutrizionali e comportamentali che la scienza ci insegna, per  cambiare in modo definitivo le abitudini del nostro stile di vita che non danno né salute, né energia.  Continua a leggere, nei paragrafi successivi ti spiego cosa ho scoperto.

C’è un disegno strategico nel nostro DNA

Le cellule del nostro corpo fin dal nostro concepimento esprimono processi di continui cambiamenti. A regolare questi processi sono da un lato il DNA, dall’altro i fattori ambientali dentro cui un individuo vive.

Fa parte di un disegno strategico del nostro DNA che è stato programmato milioni di anni fa, garantire alla specie umana il massimo della salute e dell’efficienza fisica fino alla terza decade di vita. Questo per consentire la riproduzione a salvaguardia della specie in un’ epoca con una  natura selvaggia ed ostile dove difficilmente si poteva sopravvivere per molte decadi di vita. Di solito si moriva presto, per fame, freddo, stenti o per le belve feroci.

Questo spiega il perché dopo la terza decade  e la necessità della riproduzione, le cellule del nostro corpo rallentano alcune funzioni di riparazione cellulare. Inizia  quel fenomeno, lento e graduale, della perdita delle funzionalità umane, meglio conosciuto come invecchiamento.

Oggi che non viviamo più in una natura così selvaggia ed ostile, abbiamo la possibilità di sopravvivere molte più decadi rispetto a prima, con uno stato di salute sub ottimale. La cosa può avvenire nella misura in cui troviamo il modo di tenere accesi con lo stile di vita, i geni del DNA deputati ad attivare i processi di riparazione cellulare. Finché l’arrivo di una malattia farà peggiorare tutte le funzioni cellulari. 

Possiamo capire questo fenomeno osservando il grafico della figura1, che riporta l’andamento della perdita della funzionalità umana in relazione all’età. Il grafico passa da una fase di salute ottimale (di colore verde) della terza decade, a una fase sub ottimale (di colore arancio) intorno la quarta decade. Quindi la curva subisce un rapido declino nella sua pendenza quando, dopo la quinta decade  ci si imbatte in una malattia (è la zona che vira verso il colore rosso). In questa fase nonostante l’uso dei farmaci che fanno allungare gli anni di vita, la perdita della funzionalità umana è notevole,  finché non arriva l’esito finale della morte che ad oggi per la specie umana è mediamente  intorno gli ottanta anni.

Figura 1: Perdita della funzionalità umana in relazione all’età

La scienza oggi con l’epigenetica ci dimostra dati alla mano (grafico figura 2), che i diversi aspetti collegati allo stile di vita di una persona, a cominciare dalle abitudini alimentari, al tipo di attività fisica, alle modalità in cui siamo abituati a gestire lo stress e le nostre emozioni, possono comprimere la fase di malattia e modificare l’andamento di questa curva: estendere la zona verde di salute ottimale (quella vicina a una età intorno i 35-40 anni) per tutta la durata della nostra esistenza, che secondo quanto è programmato nel nostro DNA può arrivare fino a 120 anni.

Figura 2: Perdita ideale della funzionalità umana in relazione all’età secondo il nostro DNA

Una nuova prospettiva: prenderci cura di noi stessi con lo stile di vita

Non possiamo fare finta niente, come non possiamo accettare suggerimenti basati su vecchi modelli o con trovate di marketing. Abbiamo dalla scienza gli strumenti per gestire le “zone grigie” della nostra vita. Basta allenarsi con lo stile di vita e mandare le informazioni giuste al DNA per tenere accesi i programmi di riparazione cellulare delle nostre cellule, ritardando il più possibile la parabola discendente delle nostre funzionalità.

Dobbiamo cominciare a prenderci cura del nostro STARE BENE da subito, cambiando le abitudini malsane del nostro stile di vita per i quali non siamo programmati prima che arrivino i sintomi della malattia. Ma in che modo?

Quando percepiamo una “zona grigia” nella nostra vita: il peso che aumenta, la pressione minima che non è più minima, segnali di stanchezza o difficoltà ad addormentarsi, la cosa più importante è domandarsi se stiamo mandando segnali giusti al DNA delle nostre cellule con lo stile di vita cambiando alcune componenti del nostro stile di vita, anziché mettere tutto a tacere con i farmaci continuando a fare lo stesso stile di vita.

Questo vuol dire andare alla radice del problema: Correggere le criticità dello stile di vita, principali cause  del nostro disequilibrio molecolare che sfocia in malattia.

Prima del sintomo c’è il Wellness Molecolare

E’ quello che io chiamo la strategia wellness molecolare:  un metodo per imparare con lo stile di vita a dialogare con le nostre cellule, facendo scelte consapevoli per rimanere in salute, non ingrassare, non ammalarsi.

Con lo stile di vita possiamo produrre molecole portatrici di informazioni per il DNA cellulare, con effetti favorevoli o sfavorevoli al benessere cellulare e  alla nostra salute. Dipende dal tipo di molecola e di informazione che decidiamo di inviare. La scienza dà il potere a noi e non alla sanità, per realizzare tutto questo. Ci dà il potere di cambiarci anziché accettarci, diventando  artefici della nostra salute e del nostro destino.

Senza enfasi e nessuna retorica mi sento di dire che oggi viviamo l’epoca di un nuovo rinascimento, che mette al centro della salute “la persona consapevole”, anziché il medico o la sanità. Si è consapevoli della nostra rinascita quando, con le strategie fornite dalla scienza, si decide di intervenire per cambiare le criticità del proprio stile di vita e costruirsi intorno a sé un ambiente sano che aumenti lo standard del proprio benessere.

Così è avvenuto nel mio caso: adottando determinate strategie nutrizionali e comportamentali nel mio stile di vita. In tre mesi ho recuperato il mio peso forma e normalizzato i miei esami. Da allora la mia salute è molto migliorata, come quelle di tante persone che hanno condiviso le mie strategie. Perché intanto è cambiato anche il mio stile di vita.

Insieme allo stile di vita è cambiato anche il mio modo di lavorare e di proporre alle persone soluzioni efficaci per non ammalarsi. Oggi mi sento di essere  un medico ed insieme coach. Un coach che allena persone a stare bene nel corpo e nella mente con il “Wellness Molecolare” in uno sport che si chiama “stile di vita”.

Ti va di allenarti insieme a me?

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con il Wellness Molecolare

Antonio Maone

Dr. Antonio Maone

Medico del Benessere e Personal Coach e Ideatore del Wellness Molecolare

Alleno professionisti a migliorare salute e forma fisica con lo stile di vita, unendo la medicina tradizionale con altre discipline scientifiche.
Ho ideato il “Wellness Molecolare”, un metodo per procacciarsi salute e benessere con lo stile di vita da cui ne ho tratto un libro.

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